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lunedì, Settembre 16, 2024

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Quali sono le origini dell’espressione “In vino veritas”?

Nel corso dei secoli, alcune espressioni latine sono diventate molto utilizzate sia nel linguaggio quotidiano che nella letteratura. In vino veritas si traduce letteralmente in: nel vino è la verità.

“In vino veritas” l’origine dell’espressione

Partiamo innanzitutto dalla definizione del vocabolario: In vino veritas è un proverbio latino, la traduzione di un famoso detto del filosofo greco Zenobio, che letteralmente significa: “nel vino c’è la verità”. Un chiaro riferimento a quando si tende ad essere più aperti e onesti.

Nonostante l’origine sia greca, fu poi ripresa più volte dai latini amanti del vino. Il primo a subentrare nella versione latina del proverbio fu Plinio il Vecchio, con il proverbio completo: “in vino veritas, in Aqua sanitas” , che significa “nel vino c’è verità, nell’acqua c’è salute”.

vinoIn sintesi, potremmo dire che questo proverbio mostra il potere del vino di rivelare ciò che la gente pensa veramente; idee, pensieri e opinioni sono già presenti nella persona, ma quando beve vino, l’uomo esprime la sua opinione, difendendo fermamente ciò in cui crede. L’alcol semplicemente ci aiuta a esprimerci più liberamente, senza peli sulla lingua, ma non contrasta mai i nostri pensieri. Lo stesso accade anche quando ci arrabbiamo e tiriamo fuori discorsi e argomenti che avremmo voluto tenere per noi.

Si ritiene generalmente che nell’antica Grecia le persone sospettate di qualche crimine venissero ubriacate dalle autorità per diventare più “loquaci”, poiché credevano che coloro che non bevevano alcolici non stessero dicendo la verità. L’altra parte del proverbio, “in Aqua sanitas”, indica che le decisioni migliori si prendono quando si è lucidi. Secondo lo storico greco Erodoto, se i persiani prendevano una decisione sotto l’influenza del liquore di Bacco, il giorno successivo, a mente lucida, la decisione doveva essere riconsiderata.

Curiosità sul vino:

  • Lo stato in cui si beve più vino? Secondo le ultime statistiche pubblicate dall’Istituto del Vino, il Vaticano è lo stato dove si consuma più vino. Certo, parliamo di un primato che va rapportato al numero di abitanti di questo minuscolo stato, circa 800 e al vino che serve per le messe. Le cifre mostrano che un residente del Vaticano consuma in media 74 litri di vino all’anno, circa l’equivalente di 105 bottiglie;
  • È noto a tutti che i Romani erano grandi bevitori di vino. Per quanto riguarda le donne invece, le uniche cose che non potevano fare, erano principalmente due: commettere adulterio e sottrarre le chiavi della cantina per andare a bere il vino. Se un marito trovava sua moglie a bere aveva il diritto di ucciderla; l’ultimo divorzio attribuito a questa causa fu registrato nel 194 a.C.;vite
  • Le vespe con le chiavi nella creazione del vino, a tal punto che si dice che senza di loro non ci sarebbe vino. Nello specifico, il ruolo fondamentale delle vespe si trova nella fermentazione, poiché la vespa di solito svolazza sull’uva e la becca anche lasciando il lievito all’interno. Questo lievito cresce sulla buccia dell’uva ed è ciò che rende possibile l’inizio della fermentazione;
  • La vigna più antica del mondo è quella della principessa Sissi, a Prissiano, in Alto Adige. Sorretta dal viale del castello di Katzenzungen, cresce rigogliosa da oltre 350 anni la vite Versoaln, dal 2006 compresa nei Giardini della principessa d’Asburgo;
  • La maggior parte dell’uva utilizzata per fare il vino, si traduce in un mosto incolore indipendentemente dal fatto che siano rosse o bianche. Il colore caratteristico del vino deriva dalla macerazione dei pigmenti presenti nella buccia delle uve. Ecco perché per fare vini rossi il mosto viene lasciato macerare con la buccia delle uve durante la fermentazione e fino a raggiungere quel tono rossastro che conosciamo tutti.

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