Le persone muoiono ogni giorno per varie cause, da malattie o condizioni comuni come quelle cardiovascolari, incidenti e tanti altri motivi. Ma qual è il mese più mortale dell’anin cui si registra la maggior parte dei decessi?
Gli specialisti negli Stati Uniti d’America sono stati quelli che hanno cercato di scoprire la risposta. E le statistiche sottolineano che il mese più “mortale” è quello con cui inizia il nuovo anno: gennaio.
In America, una media di oltre 250.000 (media esatta: 252.699) persone sono morte a gennaio, ogni anno dal 2010 al 2020, secondo LiveScience, che cita un rapporto del Center for Disease Control and Prevention. Il dato è elevato, rispetto agli altri mesi dell’anno. Ad esempio, durante lo stesso periodo, quasi 220.000 persone sono morte in agosto e a dicembre sono morti poco più di 242.000 cittadini statunitensi. Un altro studio mostra del database CDC Wonder del Washington Post afferma che dal 1999 al 2014, a gennaio sono stati registrati tra 40.000 e 60.000 incidenti che hanno provocato la morte di persone.
Una delle spiegazioni del mese più mortale? Il cuore è più richiesto in inverno
Eppure, perché gennaio è così pericoloso? Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), il colpevole di questa situazione potrebbe essere il killer più diffuso e prolifico: le malattie cardiovascolari. Difatti uno studio pubblicato nel 1999 sulla rivista Circulation, mostra che le malattie cardiovascolari diventano più pericolose e fatali durante i mesi invernali, soprattutto a gennaio e febbraio. La spiegazione avrebbe a che fare con la stagione fredda, durante questi mesi il corpo perde molto calore, di conseguenza, il cuore deve fare ancora più sforzo per svolgere tutte le funzioni necessarie. Ciò comporta un’ulteriore pressione sui pazienti che già soffrono di malattie cardiache.
D’altra parte, la teoria non spiega il fenomeno presente anche nelle zone dove il clima è caldo a gennaio, come per esempio la California o la Florida. E anche qui nel primo mese dell’anno si registrano molte più morti. Secondo il dottor Robert Glatter, specialista in medicina d’urgenza al Lenox Hill Hospital di New York, c’è ancora un dibattito su quale stagione sia la più dannosa: in estate o in inverno. I bambini, gli anziani e le persone con bassa immunità sono le categorie più vulnerabili durante le alte temperature e l’umidità nell’atmosfera.
Virus dell’influenza, il principale colpevole
Tuttavia, nonostante l’alto rischio di attacchi di cuore in estate, i mesi invernali sono i più mortali. Proprio per questo, l’influenza e altri virus che attaccano il sistema respiratorio tendono a causare più danni durante la stagione fredda.
“In inverno, l’influenza, insieme alla polmonite batterica secondaria e ad altri virus respiratori tipicamente benigni come RSV, enterovirus D68 e rinovirus, sono quelle più preoccupanti”, ha detto il dottor Glatter.
E gli agenti patogeni che causano queste malattie dell’apparato respiratorio si trovano quasi ovunque in inverno. Inoltre, il virus dell’influenza diventa più forte, poiché sviluppa un guscio lipidico e più resistente durante questo periodo. Pertanto, non c’è da meravigliarsi che molte persone con bassa immunità si ammalino molto facilmente quando il tempo si raffredda.
Le cifre confermano queste teorie: l’influenza uccide, ogni anno, tra le 12.000 e le 52.000 persone negli Stati Uniti d’America. Le infezioni respiratorie, come la bronchite o la polmonite, sono classificate al 4 ° posto in termini di cause di morte in tutto il mondo. È importante notare che il virus SARS-Cov2 ha anche causato più morti nella stagione fredda e da marzo la curva ha visto una diminuzione.