Posare davanti all’obiettivo della camera ci viene quasi naturale e basta un’ordine ben preciso: “Dì cheese!” per capire quando sfoggiare un sorriso a 32 denti. Questa piccola parola spinge i potenziali soggetti a mettersi in posa e sapere che, a breve, uno scatto immortalerà quel momento. È la conseguenza di un’abitudine recente, che risale alla metà del XX secolo. Il significato della parola cheese (dall’inglese) è formaggio. Ma cosa c’entra il formaggio con le foto? E soprattutto… Perchè si dice “cheese” quando si scattano le foto?
Questa espressione, riportata dai media per la prima volta nel 1943, è stata introdotta dal presidente degli Stati Uniti Franklin Delano Roosevelt. Scopriamo come e perchè…
La frase – “Dite cheese!” – è stata proferita dall’ambasciatore americano Joseph E. Davies ad un giornalista sportivo. A quanto pare, questo ambasciatore riferì di averla ascoltata da un “politico misterioso“. Più tardi si è rivelato essere Franklin Roosevelt. Il presidente, confida l’ambasciatore, aveva un trucco… Dire “cheese” durante lo scatto di una foto, infatti, (grazie alla pronuncia) gli ha permesso di mostrare un bel sorriso e venire bene in foto.
Non siamo sicuri che sia stato il primo a usare questo metodo, ma quello che è certo, è che fu uno dei primi politici ad affidarsi a consulenti d’immagine, proponendo delle foto nella “versione di sé”, sorridente.
Sorridere nelle foto
Nelle prime foto in studio, i fotografi chiedevano di dire “Prunes” (prugne), in modo che mantenessero le labbra strette. Il sorriso largo, infatti, era più difficile da catturare nella fotografia, poichè la tecnologia disponibile, prevedeva che le persone rappresentate rimanessero perfettamente immobili per diversi secondi, prima dello scatto. E questo non concedeva il lusso di poter mantenere un sorriso, come appena fatto.
E poi, ai tempi della regina Vittoria, l’espressione seria era considerata bella e accettabile per lo stile del buon gusto dell’epoca. Le foto ci dicono, infatti, che il sorriso su carta stampata era appannaggio di soli bambini, contadini e… ubriachi.
Le foto sorridenti non arrivarono prima nel 1900. George Eastman Kodak, fondatore dell’azienda che ha cambiato la storia della fotografia, introdusse i modelli Pocket e Brownie (in foto) nel mercato americano. Si tratta delle prime due macchine fotografiche a basso costo, pubblicizzate da slogan e immagini che rappresentavano persone sorridenti.
Da lì, migliaia di fotografi amatoriali imposero il sorriso alle foto delle classi più agiate, che erano abituate ad essere rappresentate in studio, e in pose serie. Anche le stelle del cinema hanno fatto la loro parte, iniziando a sorridere in ogni occasione.
In breve, ciò che ci ha permesso di sorridere nelle foto sono stati “otturatori di telecamere più veloci, volti attraenti di star e politici… e l’arrivo delle cure dentali”.