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Perché le costruzioni dei Romani sono quasi intatte?

I Romani, precursori e avanguardisti nell’architettura mondiale, hanno lavorato e creato strategie incredibili durante tutta la loro esistenza. Dagli acquedotti, dighe, ponti, agli anfiteatri. Sono anche responsabili di molte innovazioni in materia di circolazione stradale, nella salute e nell’ingegneria in generale. Molte delle antiche costruzioni romane, comprese quelle in riva al mare, sono sorprendentemente sopravvissute fino ad oggi. Parliamo di monumenti e grandi costruzioni di più di 2000 anni… E la domanda sorge spontanea… Perché le costruzioni dei Romani sono quasi intatte?

Uno dei principali motivi è che usavano un calcestruzzo mescolato con cenere vulcanica.
Le strutture delle costruzioni attuali si erodono nel corso dei decenni, ma è ancora difficile, ad oggi, nonostante le tecnologie a nostra disposizione, determinare la formula perfetta per ricreare il calcestruzzo utilizzato dai Romani.

La voce dei ricercatori

Da decenni, diversi ricercatori studiano le strutture portuali dei Romani, per cercare di cogliere i segreti del cemento con cui le realizzavano. Bagnate dal mare per 2000 anni, queste costruzioni sono ancora in piedi, mentre quelle di oggi resistono solo pochi decenni. Questo è uno dei motivi per cui, si ritiene di dover studiare ancora più a fondo, le antiche tecniche di miscele e composti edilizi.

Foro Imperiale – Roma

I ricercatori scoprirono un dettaglio importante sulla chimica di questo fenomeno, anche se l’esatta “ricetta” del cemento romano, rimane un mistero. Apparentemente, l’ingrediente segreto è la cenere vulcanica, che consente al calcestruzzo di diventare più forte nel tempo.
Si rafforza grazie ad una reazione chimica che i Romani poterono osservare nel tufo: il deposito di ceneri vulcaniche, cementate naturalmente.

I ricercatori dello Utah si incuriosirono per la presenza di tobermorite (simile all’alluminio) nelle costruzioni romane. È un minerale piuttosto difficile da trovare in natura, anche se è abbondante nei composti del vecchio cemento. Il minerale cresce all’interno del calcestruzzo e, a contatto con l’acqua di mare, dissolve lentamente le ceneri vulcaniche. Pertanto, si libera spazio per questi cristalli alluminosi, che rafforzano notevolmente la struttura.

Il problema sostanziale, è che la “ricetta” del cemento romano è stata perduta e, per trovarla, è necessario fare un lavoro di reverse engineering (in foto), basato su ciò che sappiamo oggi, ossia le proprietà chimiche degli elementi.

Curiosità

  • I Romani hanno sempre avuto un rapporto molto problematico con l’arte. Erano molto più interessati alle cose concrete e consideravano l’arte una di perdita di tempo.
  • Non si ricordano i nomi degli artisti: l’arte romana è anonima, proprio perché l’interesse dello Stato prevale sull’individuo.
  • L’architettura romana basava le sue tecniche di costruzione, sul principio dell’arco a volta, che permetteva coperture solide e larghe.
  • Per i Romani, l’interesse dello Stato era prioritario. Per questo motivo rivestivano grande importanza i lavori pubblici come quelli su strade, ponti, fognature, acquedotti, mercati, fontane, terme e basiliche.
  • Le città erano caratterizzate da un urbanismo che seguiva disposizioni regolari a scacchiera. Lo schema seguiva esattamente quello del celeberrimo campo di battaglia romano.
Acquedotto Romano

Grazie per aver letto con noi “Perché le costruzioni dei Romani sono quasi intatte?

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