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venerdì, Novembre 22, 2024

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Chi ha inventato la macchina per il caffè espresso?

Fra le bevande calde più consumate dagli italiani, l’espresso detiene da sempre il primato assoluto. La preparazione di un espresso perfetto tiene conto di tre fattori importanti: il livello di macinatura del chicco di caffè, la temperatura e la pressione.

Storia e origini dell’espresso italiano

L’Europa dell’Ottocento era dominata dall’aroma del caffè. Le persone cercavano di trovare tutti i tipi di combinazioni e sapori immaginabili, ma il loro grosso problema era il tempo di preparazione. Sebbene ci siano stati molti inventori che hanno introdotto nel mondo diverse tipologie di macchine da caffè, è stato solo nel 1884 che l’antenato della macchina per caffè espresso è stato brevettato.

L’inventore fu un italiano di Torino, Angelo Moriondo, che in occasione dell’ “Esposizione generale di Torino” presentò una macchina a vapore provista di una gigante caldaia a forma di campana che spingeva l’acqua riscaldata mediante un letto di fondi del caffè, e una seconda caldaia che generava vapore per perfezionare l’infusione. I visitatori apprezzarono molto quella macchina capace di fare fino a 300 tazze caffè in un’ora. Tuttavia, la macchina di Morione non ebbe il successo sperato.

Poco dopo, all’inizio del Novecento, i milanesi Luigi Bezzerra ed in seguito Desiderio Pavoni migliorarono la creazione originale, aggiungendovi numerosi filtri e meccanismi che si trovano ancora oggi nelle macchine per il caffè espresso. Aveva raggiunto la prestazione di preparare 1.000 caffè all’ora. Alla Fiera di Milano del 1906 i due presentarono al mondo il “caffè espresso”. Il suo successo fu impressionante, venendo gradualmente tramandato in tutta Italia. Lo svantaggio di questo dispositivo però era la pressione del vapore, era molto bassa e nessun altro miglioramento apportato da Pavoni non risolveva questo problema.

L’evoluzione dell’espresso

Erano trascorsi due anni dalla fine della seconda guerra mondiale e finalmente apparve un cambiamento. Il barista milanese, Achille Gaggia è riuscito a regalare alle persone un espresso dal vero gusto del caffè apportando un piccolo ma rivoluzionario miglioramento. Le macchine fino ad allora funzionavano a vapore, Gaggia invece introduce un meccanismo a pistoni che spingeva l’acqua  attraverso la polvere del caffè. Nasce così la prima macchina a pressione.

Aumentando la pressione a 8-10 bar, l’espresso ottenne la caratteristica “schiuma”. Si dice che la gente fosse incuriosita da ciò che le veniva presentato, ma Gaggia diceva loro che la schiuma è solo il risultato di un buon caffè speciale. Bisognerà aspettare il secondo dopoguerra per superare i confini nazionali.

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