La cannabis è una delle droghe più utilizzate al mondo. Mentre solo pochi paesi hanno legalizzato la cannabis per scopi ricreativi, molte altre nazioni ne hanno legalizzato l’uso per ragioni mediche. La cannabis contiene oltre 450 composti, tra cui oltre 100 cannabinoidi. La pianta produce una resina che contiene una serie di sostanze chimiche – cannabinoidi. I cannabinoidi possono avere effetti medicinali sul corpo. I composti più noti sono THC (D9-tetraidrocannabinolo) e CBD (cannabidiolo). Il THC è il principale elemento psicoattivo della cannabis e può alterare il modo in cui funziona il cervello, cambiando l’umore. Il CBD non ha tali proprietà e non porta alla dipendenza, ma può alleviare il dolore, ridurre l’infiammazione e l’ansia senza effetti psicoattivi.
La pianta utilizzata per scopi medici
Il sollievo dal dolore è uno dei motivi più comuni per cui le persone dicono di usare la cannabis per scopi medici. Secondo un sondaggio condotto negli Stati Uniti, il 17% degli intervistati che hanno dichiarato di aver usato cannabis nell’ultimo anno ha ricevuto una prescrizione di cannabis medica, secondo Science Alert. Quando si tratta di automedicazione, le cifre sono ancora più alte e si stima che tra il 17 e il 30% degli adulti in Nord America, Europa e Australia affermi di usarla per gestire il dolore. Sebbene la cannabis possa essere utilizzata per ridurre il dolore, quanto sia efficace risulta ancora poco chiaro.
La Cannabis medica deriva da una pianta femmina di canapa indiana, i principi attivi più utili per quanto riguarda l’uso farmacologico sono il THC e CBD, il primo è il più utile sui sintomi delle malattie. Secondo tantissimi studi, la cannabis per la cura del dolore si è dimostrata efficace nel ridurre gli stimoli dolorosi a livello cronico; mentre non ha prodotto gli stessi risultati positivi in caso di dolori acuti.
La cannabis per utilizzi farmacologici
Tra i vari scopi per l’uso terapeutico sicuramente c’è quello di lenire il dolore, che causa movimenti spastici, di Sclerosi multipla e lesioni al midollo. Inoltre può essere utilizzata anche contro nausea e vomito, come conseguenza a trattamenti di chemioterapia, radio o cure per persone con l’Aids. Ma non solo, perché la cannabis può essere utilizzata anche per combattere la mancanza di fame. In particolare viene data a pazienti in cura per malattie come l’Aids o l’anoressia nervosa. A prescriverla deve essere sempre un medico.
L’uso della cannabis paragonato al placebo
Uno studio pubblicato sul Journal of American Medical Association, suggerisce al contrario che l’uso di cannabis nel sollievo dal dolore non è più efficace di un placebo. La maggior parte dei partecipanti allo studio erano donne (62%) e avevano un’età compresa tra 33 e 62 anni. La maggior parte degli studi sono stati condotti negli Stati Uniti, nel Regno Unito o in Canada, sebbene includessero anche studi provenienti da Brasile, Belgio, Germania, Francia, Paesi Bassi, Israele, Repubblica Ceca e Spagna.
L’analisi ha mostrato che il dolore è stato valutato come significativamente meno intenso dopo il trattamento con placebo, con un effetto moderato o alto a seconda di ogni persona. Il team inoltre non ha notato alcuna differenza significativa tra la cannabis e un placebo in termini di sollievo dal dolore.